La premessa prima di entrare nel vivo di uno dei metodi dietetici più antichi nella storia dell’uomo, è che qualsiasi cambiamento dietetico deve essere applicato in modo sicuro: tutto deve essere fatto con responsabilità, con conoscenza e con buon senso.
Il digiuno, fatto correttamente e con la conoscenza e l’esperienza è un potente strumento nella lotta contro la “sindrome metabolica” e l’obesità.
Durante la nostra storia evolutiva, la maggior parte degli animali di grandi dimensioni e gli esseri umani mangiavano solo in modo intermittente. Lunghi periodi di inedia erano normali, a causa di cambiamenti stagionali, o a causa di determinati eventi meteorologici.
Essere performanti, sia fisicamente che intellettualmente, per periodi di digiuno prolungati era di fondamentale importanza per la sopravvivenza.
Questo spiega i nostri sistemi ben sviluppati per la conservazione dell’energia introdotta attraverso gli alimenti. Mi riferisco fondamentalmente al grasso corporeo e al glicogeno a livello epatico e muscolare.
In tutta la storia documentata dell’umanità, il digiuno è stato un caposaldo delle pratiche di salute e di cura tradizionali. È stato utilizzato praticamente in tutto il mondo.
Le radici di questa antica tradizione di guarigione possono risiedere nel processo di pulizia subcellulare definito autofagia, che oggi, grazie all’evoluzione scientifica, riusciamo a spiegare.
Il nostro corpo è composto da più organi e altri tessuti connettivi. Ogni organo è composto da diverse cellule. All’interno delle cellule ci sono organelli come il mitocondrio e il reticolo endoplasmatico.
Questi organelli sub-cellulari svolgono varie funzioni per la cellula, come generare energia (mitocondrio), rimuovere i prodotti di scarto (lisosomi) e produrre proteine (reticolo endoplasmatico).
All’interno del nucleo della cellula si trova il materiale genetico tra cui cromosomi e DNA.
Oggi siamo consapevoli del fatto che anche a livello subcellulare, quindi a livello degli organelli che si comportano come mini-organi all’interno della cellule, possono verificarsi delle disfunzioni che presto o tardi manifesteranno una malattia.
MITOCONDRI: CENTRALI ENERGETICHE
Tra questi organelli, i mitocondri sono piccole fabbriche di carburante che hanno il compito di convertire in energia il cibo che mangi e l’aria che respiri.
Essi sono il fulcro di quelle alterazioni dei sistemi biologici che ti rendono vulnerabile a diverse malattie. Quando grandi quantità di mitocondri smettono di funzionare come dovrebbero è impossibile restare in salute.
L’autofagia è messa in atto nella quasi totalità degli organismi multicellulari e in molti organismi monocellulari. L’autofagia si riferisce alla risposta del corpo a una mancanza di cibo (il digiuno) che stimola un percorso di degradazione dei componenti subcellulari.
Digerendo le proprie parti, la cellula fa due cose. Dapprima si sbarazza delle proteine inutili che potrebbero essere danneggiate o malfunzionanti. In secondo luogo, può riciclare gli amminoacidi che costituiscono le proteine degradate in nuovi componenti cellulari.
In sintesi i ruoli principali dell’autofagia sono:
- rimuovere le proteine e gli organelli difettosi
- prevenire l’accumulo di aggregati proteici anormali
- rimuovere i patogeni intracellulari
Grazie a questo sistema di pulizia cellulare, possiamo avvalerci di un controllo di qualità sulle proteine del nostro corpo.
SENSORI NUTRIZIONALI
In sintesi, quando il cibo scarseggia, il messaggio sostanziale che viene veicolato biochimicamente nel nostro organismo è quello di non crescere rapidamente.
Perché tale messaggio sia ridondante in noi, ci avvaliamo di sensori nutrizionali direttamente collegati ai percorsi di crescita. I tre principali sono:
- mTOR – sensibile alle proteine alimentari
- AMPK – indica il carburante presente nella cellula
- Insulina – sensibile alle proteine e ai carboidrati
Quando questi sensori di nutrienti, ne rilevano una scarsa disponibilità, dicono alle nostre cellule di smettere di crescere e di iniziare a scomporre le parti non necessarie grazie all’autofagia.
IL TEMPO FA LA DIFFERENZA
Inoltre, i 3 sensori di nutrienti, sono sensibili anche al tempo in cui sussiste un’eventuale carenza di nutrienti. Nello specifico:
- Insulina (a breve termine)
- mTOR (giorni)
- AMPK (settimane)
Ciò è estremamente utile, in quanto il nostro corpo può rilevare il tempo trascorso in assenza di nutrienti. Quindi sa se i nutrienti sono stati limitati a breve termine (durante la notte) , per durate medie (giorni) o durate lunghe (settimane – mesi, stagioni).
L’insulina aumenta rapidamente dopo un pasto, ma cade altrettanto rapidamente durante la notte. Risponde principalmente ai carboidrati e alle proteine.
mTOR è principalmente sensibile alle proteine e agli amminoacidi a catena ramificata. Non diminuisce tanto velocemente e richiede da 18 a 30 ore per l’attivazione.
AMPK è il contatore del carburante inverso della cellula, inverso in quanto aumenta quando i depositi di energia cellulare sotto forma di ATP si esauriscono e tale deprivazione di energia persiste nel tempo.
Dal momento che tutti i macronutrienti possono contribuire alla produzione di ATP, l’AMPK è sensibile a tutti i macronutrienti.
Se stai mangiando una dieta ricca di grassi (chetogenica), il tuo corpo sarà ancora in grado di metabolizzarli in forma di energia (ATP) e quindi abbassare l’AMPK cosicché solo 2 delle 3 vie di rilevamento dei nutrienti verranno allertate.
Quindi solo la completa restrizione dei nutrienti allerterà tutte e 3 le vie.
Se la domanda di energia è elevata e i depositi di energia sono bassi, l’AMPK aumenta e stimola la nuova crescita mitocondriale.
I mitocondri, come accennato, sono piccole fabbriche di carburante che hanno il compito di convertire in energia il cibo che mangiamo e l’aria che respiriamo.
Essi sono il fulcro di quelle alterazioni dei sistemi biologici che ti rendono vulnerabile a diverse malattie. Quando grandi quantità di mitocondri smettono di funzionare come dovrebbero è impossibile restare in salute
La potenza del digiuno intermittente, sembra essere nella sua capacità di influenzare tutti e 3 i sensori di nutrienti contemporaneamente , oltre a stimolare l’autofagia e la mitofagia (processo di abbattimento selettivo dei vecchi mitocondri disfunzionali).
Quindi l’antica pratica del digiuno intermittente, essenzialmente elimina i vecchi mitocondri e allo stesso tempo ne stimola una nuova crescita.
Questo processo di rinnovamento dei mitocondri può svolgere un ruolo importante nella prevenzione di molte malattie.
Resta il fatto che i sensori di sostanze nutritive si sovrappongono in qualche modo nelle loro sensibilità e funzioni. In questo modo, le nostre cellule sono in grado di ottenere informazioni preziose sulla particolare disponibilità di macronutrienti del mondo esterno.
DIGIUNO INTERMITTENTE, SALUTE E ANTIAGING
Dal momento che alcune malattie sono contraddistinte da meccanismi che promuovono una crescita eccessiva, si può pensare di ridurre la segnalazione di crescita attivando questi sensori di nutrienti.
Nello specifico, malattie come l’obesità, il diabete di tipo 2, il cancro, l’arterosclerosi (attacchi di cuore e ictus), la sindrome dell’ovaio policistico, il rene policistico e la steatosi epatica, hanno dimostrato di essere sensibili a determinate interventi dietetici: il digiuno stesso e approcci dietetici che mimano biochimicamente il digiuno (dieta chetogenica).
I meccanismi coinvolti sono anche implicati in molte malattie correlate all’invecchiamento: morbo di Alzheimer e malattie neurodegenerative (Parkinson). Secondo diversi studi, applicare il digiuno può essere utile per contrastare l’invecchiamento.
L’invecchiamento è sempre stato considerato, a ragion veduta, un processo inevitabile. Ma ad oggi, è possibile che una lunga vita non sia necessariamente segnata da disabilità, in quanto specifici interventi dietetici possono promuovere una lunga vita sana.
Concludo rifacendomi alla premessa iniziale: avere sempre una certa attenzione nel praticare il digiuno e fondamentale, in quanto il suo potere può rivelarsi estremamente benefico, ma se applicato senza il buon senso può essere distruttivo.
La possibilità di intraprendere il digiuno come opzione terapeutica, s’incentra sul digiuno intermittente, generalmente di breve durata, fatto con una determinata frequenza. Il digiuno può promuovere la funzione mitocondriale, innescare percorsi di riparazione del DNA e dell’autofagia.
Durante il periodo di digiuno, il corpo deve sopravvivere con i nutrienti e l’energia immagazzinata. Quindi, la persona in sovrappeso potrà avvalersi dei benefici del digiuno intermittente, con maggiore sicurezza. Al contrario, per ovvi motivi, non consiglio a nessuna persona sottopeso di digiunare.
Gli interventi dietetici sono la chiave della longevità.
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